Comments: 17
geekspace [2012-10-24 02:34:45 +0000 UTC]
Lovely shot of a formidable interceptor; that paint-wear is especially spot-on.
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Teratophoneus [2012-10-06 12:42:02 +0000 UTC]
man that plane is beautiful. I like it a lot, although my favourite japanese aircraft is the Ki 44 shoki.
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Kronosaurus82 In reply to Teratophoneus [2012-10-06 18:00:33 +0000 UTC]
Well, it's sad that thousands of memorable planes were scrapped after the end of the war, not just the axis ones, but even the allied ones. For example, one of the most important fighter bombers of the war – the Hawker Typhoon – nowadays there's still jus ONE machine, whom cannot fly anymore. We still have many flying original Mustangs, Spitfires, Corsairs and Thunderbolts still airworthy, but I think this is just because they were some kind of icons even at the time the war ended (and many of them survived because of Air Racing, too).
But when we talk about axis planes, it's just scrapping madness! The Zero you're talking about (the one owned by Planes of Fame) is not simply the last Japanese fighter whom still flies with its original engine but – If I remember right – it's the last axis fighter to fly with its original powerplant! I'm sure there are no Fw-190s flying with a BMW engine (but I think there's one under restoration) and neither Bf-109s with Daimler-Benz engines.
The M.C.205 I photographed in Milan has its original Alfa Romeo/DB engine, but it flew only until the late '80s; the last surviving Hayate – which has its original Nakajima engine – flew the last time in the late '70s.
That's a shame.
Anyway, I don't think the Ki-44 is ugly, I actually like it (there are only a few fighters that I really don't like, for example the P-39 or the earlier, Allison engined Mustangs); but as I said I prefer the sleeker, more "serious" Hayate.
Many of the most recent Japanese piston fighters resembled the P-47 indeed, but I think it's fair to say that even the T-Bolt resembles an "on steroid" version of a Zero!
PS - I saw some of your dinosaur drawings in a couple of DA groups, they're quite good.
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AliceSacco [2012-08-28 14:34:12 +0000 UTC]
Vuoi fare tutto il fumetto a colori?
Io mi sto esercitando sul disegno in se per arrivare più ad una sintesi 'bianco e nero' da fumetto, senza l'ausilio dei retini (oltre ai vari studi di anatomia che devo ammettere, me li sto godendo) . Secondo me il vantaggio del 'bianco e nero' lascia spazio all'immaginazione dei colori. Il tutto poi però dipende vda fumetto a fumetto.
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Kronosaurus82 In reply to AliceSacco [2012-08-28 15:42:07 +0000 UTC]
Penso che sarà a colori, si. Ma tutto a toni molto leggeri e acquarellosi. Comunque non ne sono ancora sicuro.
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Kronosaurus82 In reply to non-nobis-domine [2012-08-22 16:24:23 +0000 UTC]
Sull'uso dei colori, mi sa che devi fare qualche studio in più.
Per quanto riguarda l'attendibilità storica, potresti aver ragione: io stesso penso di autolimitarmi, ogni tanto.
Però il mio cervello funziona così: voglio che le cose siano coerenti e credibili.
Certo, avrei potuto inventarmi tutto di sana pianta, ma se si ha la possibilità di collocare la storia in uno scenario credibile, perchè non approfittarne?
E comunque, non è che non mi sia preso delle libertà: i personaggi saranno tutti di fantasia, così come gli avvenimenti specifici ed i luoghi che si vedranno – a parte la città di Tokyo.
È il contesto ad essere storicamente preciso, ed è questo che conta. Alla fine ho avuto delle difficoltà solo perchè mi sono fissato su quel particolare modello di aereo, e solo per motivi completamente infantili: mi piace e volevo disegnarlo!
Un esempio pratico di quello che intendo? Prendi il film Kelly's Heroes (in italiano I Guerrieri) con Clint Eastwood. Ambientato durante l'avanzata alleata in Francia nell'estate del 1944, si svolge in un contesto realistico ma narra di eventi di fantasia, esattamente come lo farà la mia storia. Un altro film ambientato nello stesso periodo, quindi con contesto storico fedelmente ricreato, ma che narra di eventi di fantasia è Il Treno, con Burt Lancaster.
E ancora, sempre restando nell'ambito bellico: Il Grande Uno Rosso, con Mark Hamill e Lee Marvin, narra di personaggi di fantasia, con eventi di fantasia, ma inquadrati nel contesto storico preciso in cui si mosse proprio la prima divisione di fanteria dell'esercito americano, soprannominata appunto "the big red one".
Potrei andare avanti all'infinito, citando anche i film di Kubrick con quella cura maniacale per i dettagli e la ricostruzione storica, ma che nessuno mai si sognerebbe di definire "limitati" dalla loro attendibilità.
Se poi mi voglio sbizzarrire, lo faccio, stai tranquilla.
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YukiOshi [2012-08-20 10:27:36 +0000 UTC]
Però quei tre POIS rossi sono proprio belli!
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Kronosaurus82 In reply to YukiOshi [2012-08-20 12:56:08 +0000 UTC]
Sono le insegne nazionali dell'aeronautica della giapponia. Sono belli, si.
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