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Description
"Nothing of me is original. I am the combined effort of everybody I've ever known."

Invisible Monster - C. Palahniuk

Dipingo il mondo di nero.
Quando i miei occhi ripercorrono le linee sottili e spesse del mio passato, ritrovano gli stessi contrasti di sempre.
Bianco, nitido e perfetto, lucente e severo, stagliato contro la cruda profondita' del nero.

Intingo con cura e delicatezza le morbide setole del pennello entro il solido barattolo di vernice fresca.
E dipingo luce con i colori dell'arcobaleno.
Serro le palpebre con violenza, la stessa violenza che aggredisce il mio sguardo con quell'energia.
Stridono i denti, uno contro l'altro, tesa la mascella e serrato lo stomaco.

Deglutisco assordante silenzio nel piu' arido frastuono.
Spalanco gli occhi, quando scruto quella dannata opera.
Biancoenero colorato di apatia.

Deglutisco e sputo rancore.
Rabbia, violenta e selvaggia.
Squarcio la tela graffiandone il tessuto con avido piacere.
Mordo, deglutisco, grido e mordo.
Grido.
Un urlo gutturale ed animalesco.

Vomito la fiera che covo nel mio stomaco.

E scivola, scivola, viscida e molle, meschina e melliflua.

Abbasso lo sguardo e rimiro il mio spettacolo.
Il teatro dell'assurdo vestito di tragedia.
Ma non posso impedirmi di aspirare.
Fiato caldo e denso che s'insinua malignamente entro l'incavo della mia bocca.
Entro le mie narici.

Inghiotto.
Per un'ultima volta.
Ed eccomi nuovamente completa.
Bambola d'avorio vestita d'ebano.

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Thanks to [link] for the frame.

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"Nothing of me is original. I am the combined effort of everybody I've ever known."

Invisible Monster - C. Palahniuk

Dipingo il mondo di nero.
Quando i miei occhi ripercorrono le linee sottili e spesse del mio passato, ritrovano gli stessi contrasti di sempre.
Bianco, nitido e perfetto, lucente e severo, stagliato contro la cruda profondita' del nero.

Intingo con cura e delicatezza le morbide setole del pennello entro il solido barattolo di vernice fresca.
E dipingo luce con i colori dell'arcobaleno.
Serro le palpebre con violenza, la stessa violenza che aggredisce il mio sguardo con quell'energia.
Stridono i denti, uno contro l'altro, tesa la mascella e serrato lo stomaco.

Deglutisco assordante silenzio nel piu' arido frastuono.
Spalanco gli occhi, quando scruto quella dannata opera.
Biancoenero colorato di apatia.

Deglutisco e sputo rancore.
Rabbia, violenta e selvaggia.
Squarcio la tela graffiandone il tessuto con avido piacere.
Mordo, deglutisco, grido e mordo.
Grido.
Un urlo gutturale ed animalesco.

Vomito la fiera che covo nel mio stomaco.

E scivola, scivola, viscida e molle, meschina e melliflua.

Abbasso lo sguardo e rimiro il mio spettacolo.
Il teatro dell'assurdo vestito di tragedia.
Ma non posso impedirmi di aspirare.
Fiato caldo e denso che s'insinua malignamente entro l'incavo della mia bocca.
Entro le mie narici.

Inghiotto.
Per un'ultima volta.
Ed eccomi nuovamente completa.
Bambola d'avorio vestita d'ebano.

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