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Pensi che tutto questo possa durare ancora a lungo?, chiese la bambina. Leggermente attardata era impegnata più a guardarsi attorno che a camminare.
A cosa ti riferisci?, rispose l’uomo. Non era certo di avere una risposta.
Al mondo che abbiamo creato e al modo di vivere a cui siamo legati, precisò la bambina.
No, non lo credo, rispose con sincerità l’uomo, non potrà andare avanti e se non saremo bravi a cambiare verremo travolti. Pagheremo decenni di crescita sconsiderata e violenta portata avanti dai nostri nonni e padri. La pagherete voi per tutti e questo mi rattrista, ogni volta che penso a cosa poter fare.
Potremmo cambiare?
Sinceramente non lo so. Dico che dovremmo, che sarà necessario, ma non saprei come e se davvero avremo le forze per farlo. A parole in molti siamo bravi, nei fatti talmente pochi da risultare un nulla.
Non c’è spazio per la speranza, disse la bambina con un filo di voce e lo sguardo perso oltre l’albero.
Forse le piccole cose, azzardò l’uomo.
Cosa?
Le piccole cose, occuparci di quello che possiamo curare e migliorare. Del nostro giardino metaforico e di chi lo abita. Forse quello ci salverà, se non nel fisico almeno nell’anima. Trarremo il meglio da noi.
Facciamolo, rispose entusiasta la bambina, curiamo il nostro giardino. Sorrise e poi sorrise ancora e dopo molti passi sorrideva e l’uomo sorpreso iniziò a sorridere con lei.

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Pensi che tutto questo possa durare ancora a lungo?, chiese la bambina. Leggermente attardata era impegnata più a guardarsi attorno che a camminare.
A cosa ti riferisci?, rispose l’uomo. Non era certo di avere una risposta.
Al mondo che abbiamo creato e al modo di vivere a cui siamo legati, precisò la bambina.
No, non lo credo, rispose con sincerità l’uomo, non potrà andare avanti e se non saremo bravi a cambiare verremo travolti. Pagheremo decenni di crescita sconsiderata e violenta portata avanti dai nostri nonni e padri. La pagherete voi per tutti e questo mi rattrista, ogni volta che penso a cosa poter fare.
Potremmo cambiare?
Sinceramente non lo so. Dico che dovremmo, che sarà necessario, ma non saprei come e se davvero avremo le forze per farlo. A parole in molti siamo bravi, nei fatti talmente pochi da risultare un nulla.
Non c’è spazio per la speranza, disse la bambina con un filo di voce e lo sguardo perso oltre l’albero.
Forse le piccole cose, azzardò l’uomo.
Cosa?
Le piccole cose, occuparci di quello che possiamo curare e migliorare. Del nostro giardino metaforico e di chi lo abita. Forse quello ci salverà, se non nel fisico almeno nell’anima. Trarremo il meglio da noi.
Facciamolo, rispose entusiasta la bambina, curiamo il nostro giardino. Sorrise e poi sorrise ancora e dopo molti passi sorrideva e l’uomo sorpreso iniziò a sorridere con lei.