muscolimuscoli [2014-01-13 05:13:42 +0000 UTC]
Ogni vittima ha il suo carnefice ed i coaches, come noto, amano far carneficine di corpi e di cervelli, anche perché in giro, per loro e nostra fortuna, di polli da spennare che razzolano indisturbati ce ne sono, eccome! Tra i migliori pennuti destinati ad esser vittime delle ricettine pompa muscoli e sgonfia cervelli degli iperattivi mister, si possono annoverare non solo muscolosi e iperpompati, inclusione del tutto fisiologica, ma anche personaggi che non si caratterizzano certo per esser dotati di masse muscolari da offrire sul mercato: essi non hanno muscoli, o se li hanno, sono poco, o pochissimo sviluppati, impercettibili all'occhio dell’adoratore. Tali soggetti si distinguono piuttosto per la spocchiosa aria da eterni intellettuali. Segaligni, cicciottelli, smilzi, alti o bassi che siano, le loro caratteristiche fisiche sono ben lontane dalle leccornie muscolari che tanto stimolano le fantasie erotiche dell'adoratore dei muscoli, tanto è che si potrebbe perfino dubitare della loro sorprendente capacità di attirare l'attenzione dei nostri stimatissimi coaches. Costoro, generalmente, amano farsi vanto della condizione di “mezze seghe”, perché se esser grossi non sarebbe affatto bello, essere mezze seghe sarebbe, a loro giudizio, bellissimo, sano, fantastico! Si sentono ruspanti, naturali! Le mezze seghe, in genere, giurano e spergiurano che in palestra non ci metteranno mai piede. E' roba da checche, da perdi tempo e loro tempo da perdere non ne hanno, affaccendati come sono a legger libri e quotidiani, a lavorar sodo, a studiare, a dispensar affetto a famiglia e fidanzata, altro che gonfiare i muscoli! Quando incrociano un palestrato, fresco fresco di pompaggio, sudato da palestra, inorgoglito ad ostentar muscoli per il pubblico godimento, non si lasciano sfuggire l'occasione per vomitar addosso al muscoloso i loro giudicati inappellabili: "Guarda quello quanto è grosso… è solo un pallone gonfiato! E' più fatto di un tossico!". "Scommetto che ha un cazzetto come un cerino, altro che fottere la sua donna, quello nemmeno una sega riesce a farsi!". E via così con altri versetti tratti dal loro vangelo.
Eppure, tali pollastrelli son piatti succulenti, prelibati, capaci di stimolar prepotentemente i perversi appetiti muscolari dei più esperti coach manipolatori di corpi e di cervelli. I coach amano le sfide, amano lavorare duro su fibre muscolari e materia grigia, e quale miglior soddisfazione se non quella di far lievitare muscoli laddove sono del tutto, o quasi, assenti? Che godimento per questi maestri dell'inganno manipolar le menti, mutarne i pensieri, coartare volontà e coscienze, trasformare i detrattori di muscoli e muscolosi in tori iperpompati adoranti e da adorare.
Infausto destino tocca a siffatti pennuti quando sulla loro retta via, sempre quella giusta, impeccabile, eticamente corretta, granitica nel pensiero e nell'azione, incontreranno il cacciatore che li impallinerà e li destinerà ad arricchire i banchetti luculliani a base di bicipiti e pettorali che i coaches amano imbandire per se stessi e per i loro accoliti.
Ed i coaches se la ridono sotto i muscoli. Nessuno scommetterebbe un euro che tipi così possano finire nel pollaio ad infilar il becco nel mangime pompa muscoli, ad ingozzarsi a più non posso, perché anche il più sminchiato degli sminchiati quando sarà bello grosso, pompato e anabolizzato, dal trappolone non ci uscirà più. Anzi, grosso non sarà abbastanza, egli vorrà essere enorme e quando sarà enorme vorrà gonfiarsi ancora, fino a diventar una mongolfiera muscolosa ed ipertrofica, altro che pallone gonfiato!
Roberto era proprio un galletto ruspante tutto cervello e niente muscoli. Nulla avrebbe fatto presagire che la sorte lo avrebbe fatto finire nelle batterie d'allevamento per palestrati di un coach, fino a trasformarlo in un animale muscoloso, anzi muscolosissimo, una creatura magnifica, ma con il cervello ridotto a frattaglia da brodo per cenoni ed il ben dell'intelletto sacrificato sull'altare di steroidi e anabolizzanti. Il sorrisetto un tempo altezzoso da intellettuale occhialuto, si trasformò ben presto in quello da inequivocabile fottuto che gli si stampò in faccia fin dal primo giorno in cui lo specchio sentenziò: sei grosso, sei fantastico, sei un vero Dio muscoloso. Quel sorriso da ebete pompato, s’impadronì del suo musetto e non lo abbandonò più, e ciò giustificava i sarcastici commenti di chi lo incrociava per strada e sconsolato, o goduto, a seconda dei punti di vista, ne traeva la logica conclusione: “Roby si è proprio rincoglionito da quando va in palestra”.
Come sia potuto accadere che Roberto avesse deciso di entrare in una palestra da intellettuale mezza sega per uscirne poi come un bisonte ipertrofico acefalo, è quello che tenteremo di spiegare. Roberto aveva giurato davanti a Dio e agli uomini che in quel marciume, in quella feccia, non avrebbe mai messo ne naso, ne piede.
Orbene, mai alleanza innaturale, quanto involontaria, inconsapevole, fu stretta tra un coach, da una parte, fidanzata e amici di Roberto dall’altra, come in questa storia, e che si rivelò causa determinante per le scelte del nostro malcapitato.
La morosa, il galletto smilzo, ma ruspante, proprio non lo digeriva più! "Certo che il ragazzo di Paola va in palestra, guarda che muscoli! Che pettorali! Ehi, mmmhhh, oggi c'è pure Monica con Silvio… che bicipiti! Chissà Monica tra quelle braccia così muscolose come deve sentirsi protetta. Non trovi Roby che i muscoli trasmettano sicurezza, sensualità. E quel tatuaggio, wowww, come esalta la sua muscolatura".
"Daniela! Se mi hai sempre detto che i muscolosi sono dei palloni gonfiati! Anch'io mi alleno, gioco a tennis tutte le domeniche, cazzo! Ho da studiare, da lavorare, e poi i miei! Quelli che fanno quella roba lì, come si chiama? Bodybuilding, culturismo o quel che cazzo sia, non li vogliono nemmeno alle Olimpiadi! E poi non fanno un cazzo tutto il giorno, si pompano come dei dannati e si fanno fottere il cervello dagli esaltati che li allenano!"
"Amore, hai ragione, ma per palloni gonfiati intendevo quelli grossi, molto grossi. Giorgio e Silvio non sono così enormi. Loro sono muscolosi, hanno corpi scolpiti, tonici, un fisico statuario, più che pompato. Sai, mi piacerebbe che tu fossi muscoloso almeno quanto loro, non dico di diventare enorme. Mi sentirei più adeguata con le miei amiche se avessi al mio fianco un ragazzo come il loro, avrebbero da invidiarmi. Invece sono io che invidio loro. Tu sei così diverso dai loro ragazzi. E anch’io mi sento diversa. Cerca di capirmi, Roby. Non puoi pensare di essere uno sportivo solo perché fai un partita a tennis la domenica. E poi sempre a leggere libri, il lavoro, sempre attaccato ai tuoi!".
Tali edificanti conversazioni erano ormai quotidiane. Non passava giorno che Daniela non ricordasse a Roberto che lui muscoli non aveva e quanto eran fighi i ragazzi delle sue amiche.
E gli amici di Roberto? Quelli più intimi, pure loro, a rincarar la dose.
“Roby, cazzo, devi fare qualcosa! Daniela non fa altro che apprezzare i muscoli dei ragazzi delle sue amiche! E come li guarda. Non vorrei preoccuparti, ma spesso guarda anche me. Io un po' di palestra la faccio e non c’è nulla di male. Da quando mi sono irrobustito la mia donna mi cerca di più, sai cosa intendo, vero? A letto mi tocca continuamente, ne ha sempre voglia. Prima non era così, lo fa da quando sono muscoloso. E vedessi le altre ragazze, e i ragazzi poi, si anche loro mi guardano adoranti con la voglia di toccarmi e ti confesso che quando succede mi eccito da morire. Mi raccomando, Roby, questo però non lo dire a Simona. Il coach lo sa che ti conosco, e sa anche che siamo amici, quante volte mi ha detto: “Cosa aspetta quel tuo amico a venire in palestra, che gli fottono la donna? Il mio coach ha ragione, lui sa sempre cosa è giusto e cosa è sbagliato e mi fido tantissimo di lui. Credimi Roby, se lui dice così è perché è così. Devi agire se non vuoi perdere Daniela”.
E’ proprio vero che il diavolo bocche e lingue disposte ad esporre i suoi diabolici pensieri, le trova sempre, il problema è che ci sono anche orecchie ad ascoltarle.
Povero Roberto aveva tentato di resistere, ma i pompaggi mentali, anticamera di quelli muscolari, a cui fidanzata e amici lo sottoponevano, senza rendersi conto che stavano lavorando gratis per il suo futuro coach, lo avrebbero spinto al grande passo.
Fu così che Roberto, piuttosto che faticare a zittire i suoi incauti consiglieri, amici e fidanzata in prima fila, ormai votata alla causa dei muscoli, perché voleva a tutti i costi il fidanzato palestrato, cedette: “E va bene, andrò in palestra! Si, ma non mi ridurrò come quei palloni gonfiati, sia chiaro!”
La gioiosa e muscolosa macchina da guerra del coach poteva dunque mettersi in moto. Roberto non razzolava più tra i suoi libri, i suoi quotidiani, la partitina a tennis, la famiglia, adesso che era entrato in batteria, insieme agli altri polli, lì non c'erano più attrezzi per il suo stimolatissimo e pompatissimo cervello, ma strumenti di ben altre fattezze, destinati a pompare altra materia che non quella grigia.
Ed il coach, che pensava a tutto, adorava accogliere le nuove vittime con il party di benvenuto nella sua magnifica palestra, perché il carnefice cura la sue vittime prima dell'esecuzione, desidera che si sentano a loro agio tra i suoi artigli, che scambino il nemico per il suo amicone. E quindi per l'occasione mandava in avanguardia i suoi stalloni migliori, i più grossi, i più pompati, abbronzati ed eternamente sorridenti, veri tori da adorazione con cannottierine iperattillate per esaltare l'ipertrofia dei loro muscoli, pantaloncini di jeans cortissimi e plastificati su glutei marmorei e torniti che mettevano ben in evidenza le loro dotazioni riproduttive, ma anche gli enormi quadricipiti spaccati e venati da sbavo. Il mister non si occupava solo di preparare la muscolosa coreografia, ma anche di inquinare con le sue magiche pilloline le spumeggianti e bionde bollicine versate nei calici dell'immancabile brindisi. E così Roberto, ignaro di tutto, ingoiava il suo primo speciale e potente zuccherino quello che, improvvisamente, gli avrebbe fatto cambiar le sue opinioni, su muscoli e muscolosi.
Sorseggiava la sua condanna il povero Roberto, tanto dolce quanto amara, facendosi largo tra pettorali, bicipiti e masse muscolari offerte dalla piccola scuderia dei "puro muscolo" al completo che il coach amava esibire nelle migliori occasioni: la cattura di un pollo ruspante. Roberto senza rendersene conto, stimolato dalle speciali bollicine del mister, iniziò a interagire con quelli che per lui fino a pochi minuti prima erano solo palloni gonfiati fottuti e anabolizzati. Li guardava, e non più lo sberleffo gli sovveniva alla mente, ma la curiosità, il desiderio di esprimersi con ben altri giudizi. “Che muscoli ragazzi… Ehi, wowww, avete dei pettorali veramente enormi. Devo ammettere che sono fantastici… E che bicipiti… Che stupido sono stato! Ora che vi vedo da vicino, mi rendo conto….. si, ecco…. siete divini…. ".
"Guarda Roby, che puoi anche toccare se vuoi…..". Quel diavolo di un coach non solo pompava i suoi stalloni, ma li istruiva anche a dovere.
E Roby toccava, eccome se toccava. E quanto gli piaceva. Non ce la faceva a smettere.
Loro, gli stalloni, scalpitavano, gonfiavano i bicipiti, facevano sobbalzare i loro pompatissimi pettorali, appalesavano le loro tartarughe d’acciaio, esponendo vene esplosive grosse come cavi d'acciaio. Inarcavano i glutei, contraevano i quadricipiti, posavano e flettevano ogni muscolo in onore del nuovo arrivato. Roberto non capiva più un cazzo, ma il suo cazzo capiva e ci prendeva gusto visto che era bello duro, anzi durissimo. Roby si muoveva tra montagne di muscoli turgidi, granitici, gonfi e levigati, un panorama a lui sconosciuto, un'orgia muscolare che come le onde di una mareggiata s'infrangevano sul suo corpo e la sua mente, senza dar tregua ai sensi stuprati e catturati dall'erotica prepotenza di quelle masse muscolari.
Roberto, senza riuscirvi, voleva dare a stesso una spiegazione del perché la sua mente, che tentava un'ultima eroica resistenza contro le armi chimiche del coach, continuava a giudicare quegli energumeni come feccia, palloni gonfiati, mentre la sua bocca pronunciava parole di adorazione, il suo cazzo pulsava turgido, eccitato, durissimo e perché le sue mani, impossibili da governare in preda ad un compulsivo desiderio di raccogliere nella presa più muscoli possibili, desideravano toccare e palpare quei corpi dalla ipertrofica muscolatura. Roberto era circondato da enormi bodybuilders che sembravano schiacciarlo nella morsa erculea dei loro pompatissimi muscoli. A fatica riusciva a contenere il desiderio di masturbarsi per placare i tormenti che la fortissima erezione gli provocava. Era assediato dai muscoli, dalla loro potenza, dalla loro forza, dalla loro bellezza, un'orda muscolare che dopo aver fatto strage dei suoi sensi, s'impadronì infine anche dei suoi pensieri, della sua mente impotente, debilitata dai micidiali brindisi del mister. Roberto era confuso, stordito, tutto, intorno a lui, era muscoloso: persone, cose, suoni, odori, parole. Un nuovo desiderio, erotico, dilagava nella sua mente, gli pulsava nel cervello come il ritmo incessante di un battito cardiaco: desiderava i muscoli, i muscolosi e voleva essere muscoloso.
Il coach non riusciva più a celare il suo compiacimento per come si era concluso il primo attacco, ma non voleva certo consumare il piatto prelibato in un sol colpo. Mai cuocere a fuoco violento, si brucia tutto. Meglio una lenta cottura, il piatto finale sarà più saporito. Roberto sembrava un mollusco aggrappato alle rocce muscolose dei bodybuilders, ed il coach pensò bene che era l'ora di allontanarlo prima che la situazione si surriscaldasse troppo. Era ancora presto. Al coach piaceva sempre esagerare con la prima pastiglietta, per divertirsi un po'. “Vedi Roby, non sono poi così male i miei ragazzi. Sono simpatici, di compagnia, sorridono sempre. Si lasciano toccare senza nessun problema. Lo sai perché sono così, perché sono i muscoli che danno loro energia, ottimismo che li spinge a socializzare, a non rifiutare mai il contatto umano, anche fisico, perché non c’è niente di male. Sono ragazzi che non temono nulla e nessuno. Grazie alla palestra hanno acquistato sicurezza e scacciato ogni inibizione. La palestra forgia i muscoli, ma anche i caratteri! Questi che vedi sono attrezzi ed è con questi strumenti, che curiamo con rispetto, che vogliamo sempre lucidi ed efficienti, che si costruiscono i veri uomini. Imparerai ad apprezzare la bellezza dei muscoli, a curare il tuo corpo, perché avere attenzione per se stessi, significa anche averla per gli altri. Ti renderai conto che non è vero che i muscolosi sono senza cervello. Hai parlato con loro, no? Ti sembrano degli idioti? E poi non è vero che basta essere belli dentro. Perché accontentarsi e non esser belli anche fuori? Vedrai le ragazzine come ti guarderanno. Certo, Daniela è Daniela. Beh!, detto tra noi, anche i maschietti non saranno insensibili al tuo nuovo corpo. Accadrà spesso, ma non devi pensare che sia roba da froci, sono solo puttanate. I muscolosi amano toccarsi solo perché amano capire i muscoli, come sono fatti, sono interessati al confronto, ma è un confronto in assoluto spirito sportivo e fraterno. Semplicemente studiano il risultato del loro duro, anzi durissimo, lavoro. Si toccano e si accarezzano solo per imparare gli uni dagli altri. Tutto questo stimola la solidarietà, la reciproca comprensione, rafforza l'amicizia, tutti sentimenti nobili, importanti nella vita. Forse gli altri sportivi non discutono, non riflettono tra loro, non lavorano duro? E a te Roby piace lavorare e studiare duro, così mi dicono. Nella mia palestra si studia e lavora, ne più, ne meno. Ed io sono qui, ti sarò vicino, costruiremo insieme il nuovo corpo del nuovo Roberto. Nascerai una seconda volta! Pensaci. Farai contenta Daniela. Lei ti ama e quindi se ti desidera muscoloso è perché vuole e sa cos'è il meglio per te. E tu non puoi deludere chi ti ama". Se le pilloline facevano un buon lavoro, anche il mister sapeva come vendere i suoi prodotti e i vizi occulti di cui abbondavano. Il mister adorava spiegare tutto nei minimi dettagli, era un abilissimo mistificatore della realtà. E Roberto ascoltava stordito, mentre già si perdeva nel tunnel dove era entrato e dove in fondo c'era tutt'altro che la luce. Pilloline e pastigliette del coach da quel giorno non lo avrebbero più abbandonato.
E fu così, senza che nulla fosse programmato, che fidanzata e amici con i loro discorsetti avevano consegnato nelle mani del boia il povero Roberto, proprio loro che sarebbero deputati a dispensargli affetto! Questa è la morale, prima di aprir bocca bisognerebbe riflettere, perché anche a dir sciocchezze si può far danno come con la clava.
Il coach naturalmente si dava da fare. Lentamente, ma inesorabilmente, non infilò solo Roberto nel frullatore, ma ogni cosa che potesse interferire sull'esecuzione del suo piano: tutto! Studio, lavoro, interessi, amici, fidanzata, famiglia. Era ammesso un unico pensiero: i muscoli, e con l’unico pensiero, l'unico agire possibile: pompare.
E Roberto era diventato enorme, allevato ad attrezzi e steroidi.
Il coach non gli faceva mai mancare i suoi equivoci intrugli, dai mille improbabili sapori: fragoline di bosco, cioccolata, vaniglia, tutti aromi rigorosamente artificiali come gli ingredienti, e lui ingurgitava a golate. “Mmmmhhhh coach, ho sempre pensato che fossero porcherie, disgustosi, ma sono così buoni i tuoi beveroni. Mmmmhhh, ne voglio ancora coach… ti prego! Mi sento così potente quando li bevo. E poi so che fanno bene ai miei muscoli. Oh, coach! E così bello essere muscolosi e io sono sempre più grosso grazie a te! Sono muscoloso vero, coach?”. Roberto agognava sempre l'approvazione del coach.
"Ma certo che sei muscoloso, Roby! E vedrai lo sarai ancora di più! Daniela impazzirà dalla gioia quando gli dirai che entro la fine dell'anno i tuoi pettorali raddoppieranno, i tuoi bicipiti saranno sempre più grossi. E gli addominali saranno sempre più solcati, duri come il granito".
"Oh, coach. E pensare che ero solo una mezza sega e non me ne rendevo conto. E ora guarda cosa sono diventato. Sono magnifico, mi sento indistruttibile, imbattibile".
Come erano cambiate le conversazioni di Roberto, come erano mutati i suoi pensieri!
Fidanzata ed amici se lo vedevano gonfiare tutti i giorni come i palloncini al Luna Park.
Il galletto di un tempo, era diventato gonfio, pettoruto, il più grosso. Anzi il pollo, ora si era trasformato in toro. I muscoli chiamano altri muscoli e per il coach era un giochetto da ragazzi fargli credere che più grosso fosse stato e più quel senso d'inferiorità che fidanzata e amici incautamente gli avevano insufflato nel cervello con i loro discorsi, sarebbe stato solo un triste ricordo. Ovviamente il coach ometteva di dire che il suo cervello, a quel punto, si sarebbe letteralmente in cenere fumante, bruciato da steroidi e dopanti, da cospargere nell'oceano dello sciocchezzaio con il quale il mister imbottiva i suoi stalloni per mantenerli sempre in tensione pompante.
E la fidanzata? Ora lo rivuole, lo rivuole nel suo letto. E se avesse potuto gli avrebbe stracciato i muscoli di dosso, come si fa con le vesti. Si, perché il nuovo Roberto non solo era sempre ingabbiato in palestra, ma frequentava ormai le lenzuola di seta e i soffici materassi del suo mister già affollati ogni notte dai suoi muscle boys costretti a lunghe sessioni di muscle worship per soddisfare il godimento personale del capo. A voglia dunque a disperarsi. Roberto sarà stato sminchiatello, ma poteva vantare un’ottima spada per la sua umida fodera e Daniela godeva come una troietta a farsi infilzare, considerata la frequenza pressoché giornaliera dei combattimenti. Certo le sue amiche avevano dei manzetti niente male, muscolosi, peccato però che tra i prorompenti quadricipiti non c’erano spade, ma sottili fioretti debilitati da steroidi e dopanti che potevano sferrare, nella più ottimistica delle ipotesi, qualche stoccata, ma nulla se paragonate agli affondi della spada d'acciaio di Roberto! Daniela quindi aveva già da esser soddisfatta, ma per la sciagurata non era abbastanza, lei voleva i muscoli!
La poveretta, in camera da letto, era costretta a sorbettarsi le panzane del suo fidanzato, finalmente muscoloso, anzi iperpompato. Roby non la sbatteva più con maschia e virile violenza come a lei piaceva, non gli urlava più "facciamo l'amore!", ma "facciamo all'adorazione!". La tragedia si vestiva da farsa! "Guarda che muscoli, ti prego adorami… Senti che bicipiti, dai toccali vedrai come godi Dani. Dimmi che sono muscoloso, dimmi che mi vuoi ancora più grosso. Non ho dei glutei mozza fiato? Mi guardano tutti il culo, anche le tue amiche, era questo che volevi, essere invidiata, vero Dani? Ora sono sicuro che ti invidiano tutte. Anche i miei amici mi guardano sgranando gli occhi. E' fantastico! Dimostrami che mi ami, masturbati, fammi capire quanto i miei muscoli ti eccitino. Ti eccitano vero, Dani? Sei felice ora?". Semplicemente ridicolo.
Poveretto! Fuso come uno sottiletta nel micro onde!
Finita la commedia, all'esausta Daniela, che per un po’ stava al gioco, e provava pure a smanettarsi passerotta e clitoride perché in fondo lo amava, non le restava che trovare soddisfazione con surrogati in lattice di ogni forma e dimensione per sostituire il latitante cazzone di Roberto, per dar refrigerio alla sua ardente fighetta sempre bagnata, sempre in calore, sempre pronta a diffondere i suoi umori, i suoi odori, per attirare il fidanzato nell’alcova. Essenze e odori che a quanto pare non funzionavano più. Roberto finita la sua esibizione muscolare, in replica tutti i giorni, stesso luogo e stessa ora, si chiudeva nel suo salotto trasformato in palestra, a pompar duro, durissimo, come gli aveva insegnato il coach. Lei mugolava, ma gli urli animaleschi da pompaggio che Robertone emetteva, coprivano i lamenti del fai da te della fidanzata che avrebbero attirato anche il più insensibile dei maschietti, ma Roberto no, lui godeva più a toccare i suoi freddi attrezzi e a fottersi da solo davanti allo specchio che a metter mani e cazzo tra le cosce della sua focosa Daniela.
Ben gli sta! Che se lo tega pure adesso il suo pompatissimo fidanzato, non era quello che voleva la fidanzatina sconsolata?
E il coach? Beh, lui aveva preso tre piccioni con una sola fava: Roberto, che era ormai oggetto di sua proprietà; la fidanzata, depennata, cancellata, neutralizzata; gli amici che si erano tolti dai coglioni, tormentati dai sensi di colpa e che aveva smesso di cercare Roberto per la movida in centro, per la partitina a tennis, per andare la domenica allo stadio, tanto Roberto non era più reperibile per perder tempo. La sua nuova residenza era in palestra. Tanto a tirarlo fuori da lì, beh! Questa era una fatica che nemmeno Ercole con tutti i suoi epici muscoli avrebbe potuto superare!
E provare a indurlo a ragionare Robertone, nemmeno a parlarne: “Roby come ti sei ridotto? Roby smettila! Roby la gente pensa di te che sei un rincoglionito, per la strada nessuno ti riconosce più!”. “Quella roba ti fonderà il cervello se ne hai ancora! Tu, finisci male!”. "E Daniela ora è disperata, ma le vuoi bene?". "Guardati! Così gonfio, sei ridicolo, sembri un pallone!" E lui rispondeva serafico: “Nessuno mi può giudicare!”. E tanto ripeteva a se stesso davanti allo specchio quando contemplava la sua meravigliosa, fantastica, ipertrofica, iperpompata massa muscolare. Il suo fisico da mezza sega, ma anche la sua mente pensante, erano ormai solo un lontano triste ricordo.
Muscoli Muscoli
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