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TiaBlackRaven — #Inktober2017- 21) Furious/ Oni

Published: 2017-10-24 15:56:46 +0000 UTC; Views: 1420; Favourites: 22; Downloads: 1
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Description The Oni  is mythological creatures of Japanese folklore, similar to demons and orcs of western's folklore

In the early legends, the Oni, such as the girl of the well, were benign creatures considered capable of keeping widespread malicious, evil and malicious spirits and punishing offenders.

During the Heian era, Japanese Buddhism, which had already imported a portion of Indian demonology (represented by figures such as kuhanda, gaki and others), incorporated these beliefs by calling these creatures Aka-Oni ("Red Oni ") and Ao-Oni ("Blue Oni ") and making them the hell guardians or torturers of the damned souls. Some of these creatures were recognized as incarnations of Shinto spirits.

Over time, the strong association of the Oni with the evil infected the way in which these creatures were perceived and came to be considered as bearers or agents of calamities. The popular and theatrical tales began to describe them as ugly stupid and sadistic, happy to destroy. It was said that strangers and barbarians were Oni. These days are variously described as spirits of the dead, earth, ancestors, vengeance, pestilence or famine. No matter what their essence is, today's Oni is something to avoid and keep away from.

Since the tenth century, they have been strongly associated with the northeast (kimon), especially in the tradition of the onmyōdō of Chinese origin. Temples are often geared towards this direction to prevent its nefarious influences and many Japanese buildings have L-shaped indentations in this direction to keep the Oni away. The Enryakuji temples, on Mount Hiei, north-east of Kyoto and Kaneiji, which are located northeast of imperial dwellings, are an example. The Japanese capital itself was moved north-east from Nagaoka to Kyoto in the eighth century.

Some villages hold annual ceremonies to keep the Oni away, especially at the beginning of spring. During the Setsubun celebration people scoop out soy beans out of the houses shouting "Oni wa soto! Fuku wa uchi! "(" Oni out! Lucky in! "). According to another tradition of Taoist origin, it is believed that some Oni may divulge divinities over man's sins, so the well-known representation of the three monkeys who "do not see, hear or speak" (with a wordplay in Japanese : "Mizaru, kikazaru, iwazaru") has a talismanic value because it would prevent these spirits from acting maliciously. There are still some vestiges of the ancient benevolent nature of the Oni. For example, men in costumes often lead Japanese parades to keep bad luck away. Japanese buildings sometimes include roof tiles with Oni's face to keep away from bad luck, similar to gargoyle in Western tradition. In the Japanese version of the game hide the player below it is called the "Oni".

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Author's note

"My dad when I take a bad vote at school.  
Naaaaah! I'm joking! XD
 
However I did not know that they were also benevolent, in all the Iraqis I read and seen I always saw them wicked. I'll have to fix it by reading "The Girl in the Well" (Wtf? Samara? )"

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Comments: 4

Leavhon [2017-10-24 19:34:56 +0000 UTC]

Mmmh, I guess he's roaring "Where's my dinner?"

A proposito degli Oni non necessariamente ostili, ricordo una storiella, che forse hai già sentito ...

Un povero venditore ambulante si ritrovò a passare, una sera d'autunno, per un vasto e tenebroso bosco. Impaurito ed infreddolito, egli cercò rifugio per la notte in un piccolo tempio abbandonato a lato della strada e, non potendo accendere un fuoco, decise di farsi coraggio cantando. Ora, dovete sapere che il povero venditore era un uomo piccolo, ma aveva un grosso gozzo, che lo faceva apparire deforme e ridicolo agli occhi degli abitanti dei villaggi. Quando iniziò a cantare, però, la sua voce ne venne amplificata tanto che, all'improvviso, la porta scorrevole del tempio venne scostata brutalmente da una grossa mano pelosa. In men che non si dica, un grosso e brutale Oni entrò nella stanzetta, seguito da altri due più piccoli. Il capo Oni guardò arcigno l'ometto e, con voce sgraziata disse: "Cos'era quella musica così bella? Da dove  veniva?"
L'ometto guardò intimidito i tre Oni, le loro corna tozze, le mazze chiodate e le pellicce di tigre (per non parlare delle loro zanne!) e rispose: "Ero io, stavo cantando per passare il tempo."
Il capo Oni, perplesso, volle saperne di più e continuò: "E come mai era così profonda la tua voce? Parla oppure ..." e qui intervennero gli altri due: "...Ti mangiamo! Ti mangiamo!" con crudele allegria.
L'ometto, sempre più spaventato, rispose: "Oh, ma veniva da qui" ed indicò il gozzo, intendendo che esso faceva da cassa di risonanza per il suo canto.
Il capo Oni, che non era molto furbo, disse: "Allora vogliamo anche noi quella borsa magica che canta. Cosa diamo a quest'uomo in cambio?"
E il primo Oni disse: "Io gli darò il mio abito migliore, che non può sporcarsi nè strapparsi."
E il secondo Oni disse: "Io gli darò una cassa piena di monete d'oro."
E il capo Oni concluse: "E io ti darò un cavallo per trasportarla e andare ovunque vorrai. Sei soddisfatto?"
L'ometto ringraziò gli Oni, ma sollevò un'obiezione: "Le vostre offerte sono molto generose, ma io non so come disfarmi di questa ... borsa."
Il capo Oni, per tutta risposta schioccò le dita e, per magia, il gozzo scomparve dal collo dell'uomo per riapparire nella sua mano. Pochi istanti più tardi, gli Oni se ne erano andati, lasciando davanti al tempietto i doni promessi.
Con i tesori degli Oni, l'ometto riuscì a diventare un ricco mercante e, quando alcuni mesi dopo un altro uomo gozzuto bussò alla sua porta, egli lo accolse come un ospite. L'uomo in questione era un mercante grasso e quasi altrettanto ricco, ma, a causa del gozzo, si crucciava di essere infelice. L'ometto, comprendendo il dolore dell'ospite, gli raccontò come egli si era liberato del proprio, senza omettere che l'incontro con gli Oni era stato l'inizio della sua fortuna. Il mercante, bramoso di altre ricchezze, ascoltò avidamente e, la sera successiva, fece in modo di trovarsi nel medesimo tempietto.
Tuttavia, questa volta, quando gli Oni arrivarono erano molto seccati, poiché il gozzo, di per sé, non cantava affatto. Il grasso mercante disse loro che voleva cedere il gozzo in cambio delle stesse cose cose che loro avevano dato all'ometto, ma il capo Oni lo interruppe dicendo: "Tu ci stai prendendo in giro! Questa borsa non canta affatto! Ecco cosa ti meriti per aver cercato di imbrogliarci!" E con uno sbuffo di fumo, il grasso mercante si trovò non solo il proprio gozzo attaccato al collo, ma anche quello dell'ometto.

Come si suol dire, chi troppo vuole ...

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TiaBlackRaven In reply to Leavhon [2017-10-24 21:26:03 +0000 UTC]

è una bella storia! Non l'avevo mai sentita finora, grazie per avermela raccontata (^v^)

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Leavhon In reply to TiaBlackRaven [2017-10-24 22:09:45 +0000 UTC]

Ricordo che essa faceva parte di una serie di favole animate che venivano trasmesse in tv tra gli anni '70 e '80: c'erano racconti da tutto il mondo, tra cui il mito di teseo e medusa, androclo e il leone, la storia di Momotaro che anche tu ben conosci, eccetera.

Sì, sono veramente vecchio.  ^_^

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Barricade379 [2017-10-24 15:57:27 +0000 UTC]

Man that's ugly!

But good sketch though

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