Leavhon [2017-10-24 19:34:56 +0000 UTC]
Mmmh, I guess he's roaring "Where's my dinner?"
A proposito degli Oni non necessariamente ostili, ricordo una storiella, che forse hai già sentito ...
Un povero venditore ambulante si ritrovò a passare, una sera d'autunno, per un vasto e tenebroso bosco. Impaurito ed infreddolito, egli cercò rifugio per la notte in un piccolo tempio abbandonato a lato della strada e, non potendo accendere un fuoco, decise di farsi coraggio cantando. Ora, dovete sapere che il povero venditore era un uomo piccolo, ma aveva un grosso gozzo, che lo faceva apparire deforme e ridicolo agli occhi degli abitanti dei villaggi. Quando iniziò a cantare, però, la sua voce ne venne amplificata tanto che, all'improvviso, la porta scorrevole del tempio venne scostata brutalmente da una grossa mano pelosa. In men che non si dica, un grosso e brutale Oni entrò nella stanzetta, seguito da altri due più piccoli. Il capo Oni guardò arcigno l'ometto e, con voce sgraziata disse: "Cos'era quella musica così bella? Da dove veniva?"
L'ometto guardò intimidito i tre Oni, le loro corna tozze, le mazze chiodate e le pellicce di tigre (per non parlare delle loro zanne!) e rispose: "Ero io, stavo cantando per passare il tempo."
Il capo Oni, perplesso, volle saperne di più e continuò: "E come mai era così profonda la tua voce? Parla oppure ..." e qui intervennero gli altri due: "...Ti mangiamo! Ti mangiamo!" con crudele allegria.
L'ometto, sempre più spaventato, rispose: "Oh, ma veniva da qui" ed indicò il gozzo, intendendo che esso faceva da cassa di risonanza per il suo canto.
Il capo Oni, che non era molto furbo, disse: "Allora vogliamo anche noi quella borsa magica che canta. Cosa diamo a quest'uomo in cambio?"
E il primo Oni disse: "Io gli darò il mio abito migliore, che non può sporcarsi nè strapparsi."
E il secondo Oni disse: "Io gli darò una cassa piena di monete d'oro."
E il capo Oni concluse: "E io ti darò un cavallo per trasportarla e andare ovunque vorrai. Sei soddisfatto?"
L'ometto ringraziò gli Oni, ma sollevò un'obiezione: "Le vostre offerte sono molto generose, ma io non so come disfarmi di questa ... borsa."
Il capo Oni, per tutta risposta schioccò le dita e, per magia, il gozzo scomparve dal collo dell'uomo per riapparire nella sua mano. Pochi istanti più tardi, gli Oni se ne erano andati, lasciando davanti al tempietto i doni promessi.
Con i tesori degli Oni, l'ometto riuscì a diventare un ricco mercante e, quando alcuni mesi dopo un altro uomo gozzuto bussò alla sua porta, egli lo accolse come un ospite. L'uomo in questione era un mercante grasso e quasi altrettanto ricco, ma, a causa del gozzo, si crucciava di essere infelice. L'ometto, comprendendo il dolore dell'ospite, gli raccontò come egli si era liberato del proprio, senza omettere che l'incontro con gli Oni era stato l'inizio della sua fortuna. Il mercante, bramoso di altre ricchezze, ascoltò avidamente e, la sera successiva, fece in modo di trovarsi nel medesimo tempietto.
Tuttavia, questa volta, quando gli Oni arrivarono erano molto seccati, poiché il gozzo, di per sé, non cantava affatto. Il grasso mercante disse loro che voleva cedere il gozzo in cambio delle stesse cose cose che loro avevano dato all'ometto, ma il capo Oni lo interruppe dicendo: "Tu ci stai prendendo in giro! Questa borsa non canta affatto! Ecco cosa ti meriti per aver cercato di imbrogliarci!" E con uno sbuffo di fumo, il grasso mercante si trovò non solo il proprio gozzo attaccato al collo, ma anche quello dell'ometto.
Come si suol dire, chi troppo vuole ...
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Leavhon In reply to TiaBlackRaven [2017-10-24 22:09:45 +0000 UTC]
Ricordo che essa faceva parte di una serie di favole animate che venivano trasmesse in tv tra gli anni '70 e '80: c'erano racconti da tutto il mondo, tra cui il mito di teseo e medusa, androclo e il leone, la storia di Momotaro che anche tu ben conosci, eccetera.
Sì, sono veramente vecchio. ^_^
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